Lode per la liberazione
Io amo il SIGNORE perché ha udito la mia voce e le mie suppliche. Poiché ha teso l'orecchio verso di me, io lo invocherò per tutta la mia vita. I legami della morte mi avevano circondato, le angosce del soggiorno dei morti mi avevano colto; mi aveva raggiunto la disgrazia e il dolore. Ma io invocai il nome del SIGNORE: «SIGNORE, libera l'anima mia!» Il SIGNORE è pietoso e giusto, il nostro Dio è misericordioso. Il SIGNORE protegge i semplici; io ero ridotto in misero stato ed egli mi ha salvato. Ritorna, anima mia, al tuo riposo, perché il SIGNORE t'ha colmata di grazie. Tu hai preservato l'anima mia dalla morte, i miei occhi dalle lacrime, i miei piedi da cadute. Io camminerò alla presenza del SIGNORE sulla terra dei viventi. Ho creduto, perciò ho parlato. Io ero molto afflitto. Dicevo nel mio turbamento: «Ogni uomo è bugiardo». Che potrò ricambiare al SIGNORE per tutti i benefici che mi ha fatti? Io alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del SIGNORE. Scioglierò i miei voti al SIGNORE e lo farò in presenza di tutto il suo popolo. È preziosa agli occhi del SIGNORE la morte dei suoi fedeli. Sì, o SIGNORE, io sono il tuo servo, sono tuo servo, figlio della tua serva; tu hai spezzato le mie catene. Io t'offrirò un sacrificio di lode e invocherò il nome del SIGNORE. Adempirò le mie promesse al SIGNORE e lo farò in presenza di tutto il suo popolo, nei cortili della casa del SIGNORE, in mezzo a te, o Gerusalemme.
Alleluia.
Questo salmo è di grande incoraggiamento quando siamo oppressi e scoraggiati da svariate prove. Quando la nostra vita sembra venire meno, questi versi ci invitano a confidare in Dio. Il salmista ha ricevuto una risposta da parte del Signore quando dice: “Ha udito la mia voce e le mie suppliche”. (v.1) Quante lacrime versiamo a causa dei nostri dolori, quante lacrime rigano il nostro volto a causa delle afflizioni che ci colgono all’improvviso. Il mio pensiero va a Gesù Cristo poco prima della Pasqua, dopo l’ultima cena, quando, insieme ai suoi discepoli, entrò nel giardino del Getsemani, e ,staccatosi da loro, pregò intensamente il Padre dicendo: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta”. (Luca 22: 42) Era in agonia, in grande sofferenza a causa della sua prossima morte espiatrice. Egli stava chiedendo a Dio Padre se c’era qualche altro modo attraverso il quale l’umanità potesse essere salvata. Ma non ci fu risposta, perché non c’era alcun altra soluzione se non quella della croce. Il dolore di Cristo non era il pensiero della Sua morte, ma il contatto con il peccato, sì, perché alla croce avrebbe dovuto portare il peccato di tutti gli uomini, sia i miei, sia i tuoi. A volte l’afflizione può trascinarci nella fossa più profonda della disperazione, ma il verso 4 ci viene in soccorso “Ma io invocai il nome del SIGNORE: «SIGNORE, libera l'anima mia!”. Forse non avremo subito una risposta, ma ciò che conta è che le nostre richieste giungono a Lui. Il salmista ci ricorda che Dio è misericordioso e non tarda nel soccorso. Il salmista promette di invocare il Signore per tutta la sua vita, sia questo il nostro desiderio, la nostra bramosia, il nostro scopo. Non invocare Dio solo nel dolore, ma condivi con Lui anche le tue gioie e le tue vittorie. Dio è fedele perché mantiene le Sue promesse, non ricorriamo alle risorse umane per uscire fuori dai problemi, ma poniamo tutta la nostra fiducia in Lui. E ricordiamoci di esse fedeli testimoniando delle grandi opere del Signore “Scioglierò i miei voti al SIGNORE e lo farò in presenza di tutto il suo popolo”. Il salmista aveva fatto delle promesse nella sua angoscia ed adesso dichiara di presentarsi nel Tempio con offerte di ringraziamento. Ci sono e ci saranno momenti bui angosciosi e tribolati, ma noi vogliamo chiedere al Signore di aiutarci fino alla fine, perché ci ha liberati e ne siamo usciti vittoriosi. Ricondiamoci che non amiamo il Signore per le sue liberazioni ma perché Egli è Dio benedetto in eterno.
(Caracciolo Raffaele)