Perché parlate troppo?
Quando si parla con leggerezza, non pesando bene le parole che si dicono, si rischia di demolire e non di edificare coloro che ascoltano. Non a caso Gesù specifica che il nostro parlare deve essere sì o no. Questo non significa che il cristiano non deve argomentare o esprimere le proprie idee e opinioni. Però, quando parliamo, non siamo chiamati a parlare secondo i nostri sentimenti ma alla luce della Parola di Dio. La verità biblica deve essere il centro dei ragionamenti, tutto quello che si dice si deve rapportare ad essa. Sia il vostro parlare sì, sì e no, no, significa anche: “ riflessione”. Soffermarsi e verificare se la scrittura è in armonia con quello che si pensa, ogni parola deve essere confermata dalla voce meravigliosa del Maestro. Nella 2 epistola di Pietro l’apostolo avverte del pericolo che c’è nel parlare secondo la carne: “Però ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata.” (2Pietro2:1) Uomini carnali che seducono attraverso le parole, attraverso i propri desideri, uomini frustrati che prendono piacere e diletto non nelle cose del Signore, ma nelle proprie cose. Chi parla troppo rischia di essere sedotto dai suoi stessi ragionamenti, e diventa preda dell’ avversario. Il vangelo fai da te non funziona, il vangelo di Gesù è verità. Più che mai oggi si deve proclamare Cristo Salvatore con forza e decisione, senza aggiungere o togliere niente “Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro.” (Apocalisse 22:18-19) Senza adulterare la Parola della Grazia con un parlare viziato dal peccato. C’è un giudizio per coloro che parlano nel nome del Signore senza che Dio abbia parlato. Il cristiano è un araldo, un messaggero e deve rapportare quello che il Suo Signore gli dice, non dire quello che vuole: “sia il tuo parlare sì o no.”