25 aprile 2020



Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. 
Romani 3:23-24

14 aprile 2020


 Ecco l’Agnello


(Giovanni 1:29)
Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: «Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!
Giovanni l’evangelista stava presentando sulla scena della storia umana il vero Agnello di Dio. "l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo" (Giovanni 1:29). E’ scritto che Egli è stato "designato prima della fondazione del mondo" (1 Pietro 1:18-20). Era nel pensiero di Dio provvedere un Salvatore per l’umanità corrotta dal peccato, c’era bisogno di un un vero, unico e insostituibile mediatore tra Dio e l’uomo. L’apostolo Paolo scriveva al giovane Timoteo e gli ricordava che: “C'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1Timoteo 2:5). Nessun sacrificio poteva espiare il peccato, nell’antichità venivano offerti animali al Sommo Sacerdote per l’espiazione, ma erano sacrifici imperfetti fatti da uomini imperfetti, infatti nella lettera ai in Galati è scritto: “Ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio” (Galati 4:4). Non un uomo qualunque ma il Suo unigenito Figliuolo “ Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo affinché, per mezzo di lui, vivessimo.” (1Giovanni 4:9) Si è rivestito di carne ed ha abitato per un tempo in mezzo agli uomini. La Sua nascita fu soprannaturale, perché fu concepito dallo Spirito Santo nel seno di una vergine. Poiché nacque attraverso l’opera dello Spirito e non da seme umano, nessuno fu mai come Lui, Egli era puro, l'Agnello di Dio perfetto e senza macchia. Ed è attraverso il Suo sangue che c’è il vero perdono dei peccati. Giovanni, nella sua prima epistola, scriveva: “E il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato” (1 Giovanni 1:7). Meraviglioso Signore, solo il sangue di Gesù può placare l’ira di Dio sull’uomo peccatore. Caro amico c’è speranza per te, Dio non ti ha dimenticato, non ti ha abbandonato, ma ti vuole assicurare un futuro eterno con Lui per mezzo del Suo Figliuolo Gesù Cristo. Non cercare altre soluzioni per essere liberato dal peccato, Paolo ai Romani scriveva: “Ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù." (Romani: 3:24) E’ un dono gratuito che Dio concede a tutti quelli che si accostano a Lui con fede. Anche in questo giorno Gesù è presente sulla scena dell’umanità, ed è mia responsabilità presentartelo, ora tocca te scegliere se riceverlo o rigettarlo, se stringere amicizia o allontanarLo dalla tua vita.
Caracciolo Raffaele

11 aprile 2020

Dio ti ascolta


Luca 18:1-8
Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Una fede che grida è una fede che Dio ascolta. La prova è quella contenuta in questa parabola. Una donna si rivolge ad un giudice per ottenere giustizia a causa di un suo avversario e cosa fa questo giudice: non l’ascolta. Un giudice, che dovrebbe applicare la legge in modo impeccabile, non ascolta la voce di questa vedova. Probabilmente il dolore di questa donna doveva essere forte, per questo si era rivolta ad un uomo di legge. La vedova andava dal giudice con insistenza, esigendo giustizia per essere finalmente liberata dalla sua pietosa condizione. Nell’ antico testamento le vedove dovevano essere trattate bene e curate, proprio perché non avevano l’assistenza e la protezione del marito. Mentre i giudici erano preposti ad applicare la legge e risolvere i problemi. La tenacia di questa donna, la perseveranza, l’insistenza va oltre la malvagità del giudice. Infatti quest’ultimo, per non essere più infastidito, le fa giustizia. Abbiamo un Dio che non è come questo giudice, anzi Gesù ci presenta il Signore come Colui che ascolta i Suoi figli che gridano a Lui giorno e notte. Egli non ti farà aspettare come questo giudice, perché ascolta la preghiera che viene da un cuore sincero e bisognoso della Sua protezione. Se hai bisogno dell’intervento del Signore grida con tutto il cuore, invocalo perché Egli è vicino (Salmo 145:18). Dio è pronto, applica la tua fede e afferra le Sue promesse.
Caracciolo Raffaele

10 aprile 2020


LA RETE DEL PECCATO
Giacomo 1: 14-15
Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce; poi la concupiscenza concepisce e genera il peccato, e il peccato, quand'è consumato, produce la morte.

La concupiscenza è il desiderio smodato di qualcosa. Desiderare qualcosa che Dio non approva e non viene collocato nel meraviglioso piano della salvezza è peccato. Il peccato è come la tela che tesse il ragno. All’inizio è piccola, poi pian piano, giorno per giorno, diventa sempre più grande a tal punto che riesce ad intrappolare insetti di grosse dimensioni. La tela è realizzata mediante fili in materiale viscoso che gli stessi ragni producono, questo ci dice che il peccato non è prodotto da Dio ma dall’uomo, Giacomo è chiaro quando afferma che: “Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza” quel “propria” significa personale, sua. Il peccato non è una fantasia inventata da un gruppo religioso o da ideologie dogmatiche, il peccato è reale, vero e si manifesta in atti concreti. La produzione di questo materiale vischioso da parte dei ragni è generata da una ghiandola e serve ad intrappolare i nemici facendoli divenire fonte di nutrimento. L’uomo senza Dio cerca in tanti modi di intrappolare altri nella rete del peccato, ma anche di nutrirsi dei loro peccati. La rete tessuta è resistente, sopporta il peso, la tensione e la pressione, da soli non è possibile liberarsi, quando si cade nella rete, la morte è quasi certa, il ragno attacca, avvolge nella seta la preda la immobilizza non lasciandole scampo. C’è un altro particolare della rete, se cade la piaggia o soffia il vento il ragno non abbandona la sua ragnatela, ma la tesse di nuovo senza stancarsi (cfr. Salmo 42:7) a meno che non si rompe il filo da cui il ragno scende, solo in questo modo l’aracnide abbandona la sua tela, ancora oggi la scienza non riesce a dare una risposta a questo fenomeno. Caro amico, se sei caduto in questa trappola, c’è soltanto un modo per uscirne: la rottura del filo. C’è Uno che può ogni cosa e si chiama Gesù, Egli solo può rompere il legame con la tela, Lui solo può liberarti completamente. Alla croce Gesù ha compiuto tutto quello che Dio padre Gli aveva ordinato. Ha liberato i prigionieri dalla schiavitù del peccato, ha aperto gli occhi ai ciechi ha rialzato i paralitici, ha risuscitato i morti. Questo è Dio, riconoscilo in tutte le tue vie. Dio ti benedica.
Caracciolo Raffaele

09 aprile 2020

DIO NON VUOLE LA MORTE 
Ezechiele 33: 10-11

Tu, figlio d'uomo, di' alla casa d'Israele: "Voi dite così: 'Le nostre trasgressioni e i nostri peccati sono su di noi, e a motivo di essi noi languiamo: come potremmo vivere?'". Di' loro: "Com'è vero che io vivo", dice il Signore, DIO, "io non mi compiaccio della morte dell'empio, ma che l'empio si converta dalla sua via e viva; convertitevi, convertitevi dalle vostre vie malvagie! Perché morireste, o casa d'Israele?"

Quando Israele peccò, Dio gli offrì il pentimento, il perdono e un nuovo inizio. L’appello del Signore fu quello alla vita, affinché non morisse. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati (1 Timoteo 2:4). Egli non ha mai desiderato castigare l’uomo con la morte, ma in modo amorevole e coinvolgente lo ha sempre invitato alla vita (Isaia 55:3). Non desiderare la lontananza da Dio, non avere a cuore le vie della perdizione, sappi che se tu dici no Dio deve dirti no. Non mollare la presa, ma afferra in dono la vita che Dio ti offre. Lo so che sei oppresso dice il Signore, lo so che stai portando dei pesi che ti stanno schiacciando, ma vieni a Me. (Matteo 11:28) Oggi è il tempo della grazia, oggi le porte del cielo sono aperte, oggi ti puoi incontrare con Cristo, cosa aspetti? Così dice il Signore: “Io non mi compiaccio della morte”. Il peccato, la trasgressione ti stanno consumando, ti stanno facendo soffrire, porta a Cristo ogni iniquità, Egli sulla croce ha vinto inchiodando tutti i peccati (cfr. Colossesi 2:14). Dipende da te cosa vuoi fare. Vuoi vivere o morire?
(Caracciolo Raffaele)

03 aprile 2020

Chi sei tu, o grande montagna?


Allora egli mi rispose: “È questa la parola che il Signore rivolge a Zorobabele: "Non per potenza, né per forza, ma per lo Spirito mio", dice il Signore degli eserciti. Chi sei tu, o grande montagna? Davanti a Zorobabele tu diventerai pianura. 
(Zaccaria 4: 6-7)

Non entreremo nel merito del significato profetico di questo testo e tantomeno nel significato tipologico che potrebbe suggerci. In realtà gli ostacoli fanno parte anche della nostra vita quotidiana. Zaccaria profetizza e dice: “Chi sei tu o grande montagna?” Gesù disse: “Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo sicomoro: "Sradicati e trapiantati nel mare", e vi ubbidirebbe”. (Luca 17:6) Quindi Gesù fa una promessa, ma non offre ai suoi discepoli una vita facile e priva di difficoltà, talvolta il “gran monte” non viene tolto e gettato nel mare e la soluzione non è poi così automatica e meccanica, questo significa che dobbiamo sempre ricordare che il Signore ci mette alla prova per vedere se lo amiamo e siamo fedeli in certe circostanze. Noi tutti sappiamo che il Signore è potente da poter fare qualsiasi cosa, per Lui le cose difficile sono facili, e sa anche convertire delle situazioni difficili in meravigliose opportunità di ringraziamento e di lode, manifestando tutta la sua potenza e la sua grandezza. Giacomo dice nella sua epistola: “Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l'opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti”. (Giacomo 1: 2-4) Solo a coloro che rimangono fermi nella prova la Bibbia garantisce un regno eterno in Cristo. Voglia il Signore farci comprendere che : “Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all'estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi.” (II Corinzi 4:8-9) Quando si presentano momenti di difficoltà o di distretta invochiamo il Signore e, per lo Spirito Santo il “gran monte” sarà trasformato in pianura e quelle difficoltà, apparentemente insormontabili, si spianeranno davanti a noi per l'intervento del nostro Grande Signore e Salvatore Cristo Gesù.
(Caracciolo Raffaele)

Atti 2 Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di ...