31 dicembre 2019
26 dicembre 2019
SCEGLI
Luca 10: 38-42
Maria aveva scelto bene, stava ai piedi di Gesù per ascoltare la parola. Tutti noi siamo chiamati a scegliere, ogni giorno, infatti la vita è fatta di scelte, di decisioni. A volte queste scelte, pur essendo buone, non coincidono con il volere di Dio. Era encomiabile la scelta di Marta, servire Gesù, eppure il Maestro non desiderava il servizio, ma l’adorazione. Anche tu sei davanti ad una scelta, ti preoccupi più del lavoro di cosa pensano gli altri o di cosa pensa Dio? Scegli Cristo e presentati ai piedi della croce, dichiara al Signore il tuo fallimento, solo così otterrai misericordia e perdono. Ricordati Maria ha scelto la parte migliore.
25 dicembre 2019
10 dicembre 2019
“C’è chi fa il ricco e non ha nulla, e c’è chi fa il povero e ha grandi beni.”
Proverbi 13:7
Le ricchezze non sono sempre sinonimo di prosperità e benessere, alcuni pur possedendo grandi beni, non ne godono. La bibbia non presenta le ricchezze come qualcosa di sbagliato, “Se le ricchezze abbondano, si distacchi da esse il vostro cuore” (Salmo 62:10), ma il vero problema è il cuore, la cupidigia il desiderio smodato di accumulare, pensando di essere al sicuro da rischi e pericoli che si abbattono in questa vita. Il proverbio citato parla di ricchezze che vengono dal cuore, come la ricchezza del proprio io, dell’orgoglio, della conoscenza, ecc… Cristo è Colui che ha dimostrato la vera povertà, quando, per amore nostro, ha lasciato la gloria del cielo e si è fatto povero pur essendo ricco “…il quale, essendo ricco, si è fatto povero” (cf.2 Cor. 8:9). Gesù attraverso la Sua povertà ci ha salvati. Davanti al Signore non serve essere ricchi, serve essere umili e sottomessi per ricevere qualcosa di glorioso. La salvezza in Cristo si riceve per grazia, chiedi al Signore di renderti povero, così da poter comprendere il vero significato della croce. “Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli.” (Matteo 5:3) Quale sarà la tua scelta “fare il ricco” o il povero? Accetta Cristo Gesù e tu farai il povero qui sulla terra, ma sarai ricco nel cielo.
29 novembre 2019
LE PRIORITÀ PER UNA VITA ED UN SERVIZIO CRISTIANO
Testo: 1Samuele 8:1-5
In questo studio parleremo delle priorità che un cristiano
deve avere par dare al Signore un servizio efficace ed una vita completamente
consacrata. Il nostro testo ci parla dell’errore di Samuele, egli andava a svolgere il suo servizio di
giudice per tutto Israele, aveva una
comunione profonda con il Signore e tante altre virtù spirituali. Ma aveva
trascurato la sua famiglia e di conseguenza quando divenne anziano ed avanti
con l’età, nominò i suoi figli giudici ma nessuno di questi seguiva le orme del
padre, anzi si lasciavano facilmente corrompere. Il risultato di tutto questo
fu che Israele ebbe una valida occasione per chiedere un re.
Ci sono molti validi servitori del Signore che commettono lo
stesso errore, pensando che il servizio sia la cosa più importante e lo è, ma
il servizio fa parte di una serie di priorità,cioè bisogna dargli il giusto
posto nella vita cristiana, perché se trascuriamo le altre priorità rischiamo
di trovarci con dei pesi che difficilmente
potremo portare con conseguenze disastrose.
Certamente ci domandiamo ma quali sono queste priorità? Sono
molto semplici e pratiche, servono a dare il giusto equilibrio alla nostra vita
cristiana, eccole: Il Signore, te stesso, la famiglia, la chiesa locale, la
testimonianza.
- IL SIGNORE
a.
In principio Iddio [Genesi 1:1]
La prima cosa che dobbiamo capire è
quella di mettere il Signore al primo posto, per un cristiano è
fondamentale che ogni pensiero, ogni azione,
ogni progetto, ogni cosa, abbia la consapevolezza che il Signore è colui che approva o disapprova i
nostri desideri. Egli ha l’ultima parola.
Conosciamo il Signore [Osea 6:3]
Conoscere sempre di più il Signore,
ci porta a scoprire il Suo infinito Amore, la Sua bontà, la Sua misericordia.
Non dobbiamo accontentarci di una conoscenza superficiale, [Salmo 19:1]ma più
approfondiamo la Sua conoscenza e più siamo spinti dalla fede ad amarlo e
servirlo, e tutto ciò può avvenire solo attraverso la lettura della Sua Parola
e la preghiera che sono fondamentali per avere una vita cristiana vittoriosa.
b.
Riconoscerlo in tutto ciò che facciamo [Proverbi 3:6]
Sembra quasi un gioco di parole ma
riconoscere il Signore in ogni nostro progetto, in ogni nostra iniziativa ecc…,
significa avere una vita arresa nelle Sue mani e che confida in Lui [Proverbi
3:5]. Questo atteggiamento non ci deve
indurre a pensare che dobbiamo rinunciare alla nostra personalità, ma dobbiamo
essere onorati di collaborare con Lui ed ascoltare il Suo parere.
c.
Dargli l’adorazione, la lode, l’onore e la gloria [Salmo 29:1-2 ]
L’adorazione, la lode, devono essere
la priorità assoluta per un cristiano, perché sono il mezzo per ricevere la
benedizione divina, tante volte le sostituiamo con parole ripetute per
abitudine, per dar spazio alle nostre richieste, non sapendo che il Signore già
conosce le nostre necessità, ma la nostra sollecitudine a volte ci fa
dimenticare che se non entriamo prima alla presenza del Signore non otterremo
nessuna risposta, saremmo come quelli che gridano in un cortile verso una
finestra dalla quale non si affaccerà nessuno per ascoltarli.[Giacomo 4:2-3
].Dobbiamo entrare in casa.
d.
E’ il Signore della nostra vita [Salmo
44:4]
Il nostro arrendi mento al Signore
deve essere totale, non possiamo dargli solo la metà del nostro cuore o
soltanto una parte il Signore lo vuole tutto [Proverbi 23:26]. Se il Signore
regna nella nostra vita, avremo vittoria sulle malattie, sulle difficoltà della
vita anche quando tutto sembra senza speranza, Egli ci indicherà la via
d’uscita.
Ci sarebbero molte altre caratteristiche del Signore di cui
potremo parlare, ma per adesso ci fermiamo qui, Il Signore sicuramente ci
rivelerà personalmente cose meravigliose che non sentiremo predicare da nessun
pulpito, sempre che continuiamo a metterlo al primo posto.
- TE STESSO
a.
Cura il tuo rapporto con il Signore
[Deuteronomio 6:5]
Il
Signore ci ama di un amore immenso e desidera avere un rapporto intimo
con noi, quindi dobbiamo studiarci di ricambiare questo amore anche se non
potremo ricambiarlo nella stessa misura perché umanamente siamo limitati
[Giovanni 15:17]. Quindi dobbiamo fare tutto ciò che a Lui piace. La tua lode,
la tua adorazione e la tua preghiera, il tuo servizio devono essere guidate
dallo Spirito Santo [Romani 8: 26-27].
b.
Cura il tuo corpo [1Corinzi 3:16-17]
E’ importante che il nostro corpo sia
curato in maniera equilibrata, non dobbiamo mai eccedere in un senso o
nell’altro, anche qui dobbiamo chiedere aiuto allo Spirito Santo, visto che siamo
il Suo tempio, dobbiamo saperci regolare
nel cibo, ci sono dei cristiani che sono obesi e il mangiare “squisiti pranzetti” li porta a combattere
con le conseguenze di questi cibi,
(disturbi intestinali, mal di stomaco, cardiopatia con un alto rischio di
diabete o infarto ecc.). Ma ci sono altri invece che vanno all’altro estremo
cioè rinunciano al cibo perché vogliono mantenere una certa linea, riducendo il
proprio corpo ad un mucchietto d’ossa che cammina. Una sana alimentazione ed un
equilibrata attività sportiva, tipo: una passeggiata a piedi o in bicicletta ci
farà solo che bene. Il Signore desidera che noi godiamo di quello che ci ha
donato ma in modo giusto, affinché il nostro corpo sia sempre in ottima forma,
per poterlo servire.
c.
Cura la tua mente e i tuoi pensieri
[Filippesi 4: 8]
C’è tanta letteratura, ci sono tanti
film, tante pubblicità, tante vuote canzoni che cercano di offuscare la nostra
mente, mettendoci in condizioni di non saper reagire in modo razionale. Per
questo il Signore ci chiama a nutrire la nostra mente ed i nostri pensieri con
la Parola di Dio, che ci protegge come un elmo protegge un soldato [Efesini
6:17].Nell’Antico Testamento, i sacerdoti indossavano la tiara che era un turbante da mettere sul
capo, su questo turbante vi era una targa d’oro puro con la scritta “Santo al
Signore”[Esodo 28:36-38] la nostra mente, i
nostri pensieri devono essere puri davanti al Signore, dobbiamo
abbandonare i cattivi pensieri che cercano di turbare la nostra comunione con
Dio, evitiamo quindi di leggere letteratura cattiva, evitiamo di guardare
programmi o film e canzoni che con la loro volgarità cercano di coinvolgere
anche il nostro comportamento, ricordiamoci che il Signore vuole santificarci,
ed Egli può farlo solo con la nostra piena collaborazione.
d.
Essere di esempio [Ecclesiaste 7:1]
Quello che siamo, parla molto di più
di ciò che diciamo. Il nostro modo di esprimerci, le nostre azioni, il nostro
abbigliamento sono ben visibili a quanti ci circondano. Dobbiamo imparare ad
essere temperati in ogni cosa, dobbiamo parlare come si conviene a dei
figliuoli di Dio; il nostro primo esempio è dentro le mura domestiche, verso la
nostra famiglia, evitiamo di urlare se è
possibile affinché i nostri vicini possano sempre avere un buon esempio da noi.
Sul nostro lavoro, facendo sempre il nostro dovere e sopportando i colleghi di carattere difficile.
In altre parole, facciamo in modo che
il nostro vivere quotidiano possa essere guidato dallo Spirito Santo, così
potremo conquistare anime al Signore anche senza parole ma con fatti concreti affinché la nostra reputazione sia buona.[Atti 4:13]
- LA FAMIGLIA
a.
Amare la propria moglie [Efesini 5:25]
La moglie è la parte che insieme al
marito forma la famiglia, dare quindi tutto il nostro amore e la massima
considerazione per il ruolo che Dio gli ha affidato, significa amarla come
Cristo ha amato la Chiesa; evitiamo di creare dispiaceri, evitiamo di
trascurarla per cose futili ed anche per cose che a noi sembrano importanti.
Lei è il nostro aiuto convenevole e quindi dobbiamo condividere tutti i nostri
problemi, i nostri progetti, le nostre preghiere ed il nostro servizio insieme,
anche perché è lei che si cura dell’educazione dei nostri figli e
dell’amministrazione della nostra casa [Proverbi 31] questo capitolo ci
descrive tutte le virtù di una buona moglie.
b.
Amare il proprio marito [Efesini
5:22-24]
La sottomissione
citata in questi versetti, non significa essere schiave del marito, ma il rispetto e l’amore che ogni
moglie deve avere nei suoi confronti, e deve contribuire alla crescita
spirituale e materiale del proprio congiunto con dedizione, pazienza e
abnegazione. E’ importante che lo seguano in ogni cosa, ma pronte a correggere
in modo privato e con amore, le cose che non sono condivise in piena libertà di
dialogo, essendo di esempio ai propri figli che impareranno dal loro
comportamento ad essere dei ragazzi ben educati all’amore verso il Signore e ai
propri genitori [Proverbi 13:1].
c.
Educare i propri figli [Salmo
128:3-4]
Come genitori abbiamo l’onore e
l’onere, di educare ed amare i nostri figli che non sono nostri, ma sono un
dono che ci viene dal Signore [Salmo127:3-5] e quindi dobbiamo fare del nostro
meglio affinché possano anch’essi conoscere ed accettare il Signore come loro
personale Salvatore. Come abbiamo detto il nostro esempio è fondamentale per
loro, saperli ascoltare,dargli i giusti consigli, insegnare loro l’ubbidienza e
sapergli dare la giusta correzione, senza irritare la loro personalità [Efesini
6:4], fa parte di quello che abbiamo imparato dall’esperienza della vita, ma
soprattutto ciò che impariamo ogni giorno alla scuola del Signore.
I nostri figli non potranno amare la
chiesa e la fratellanza se noi disertiamo i culti, non possono imparare ad
avere rispetto per i nostri conduttori se ci sentono criticare l’opera che essi
svolgono; oppure non possono amare la
preghiera e la Parola di Dio se non ci vedono pregare e meditare la Bibbia o
magari non li coinvolgiamo in questa sana attività quotidiana. Insegniamo loro
a rispettare le autorità, di applicarsi
nello studio, ad essere rispettosi e tolleranti verso i loro compagni,
scegliendo bene le proprie amicizie. Come genitori dobbiamo vigilare su questo,
informandoci sulle famiglie di quest’ultimi, dei luoghi che frequentano ecc.
Facciamo in modo che tutto contribuisca alla crescita spirituale e sociale dei
nostri figli.
- LA CHIESA LOCALE ED IL SERVIZIO CRISTIANO [ECCLESIASTE 5:1]
a.
La
nostra comunità locale è il luogo dove il Signore incontra i Suoi figli, è
nella comunità che il credente gode della presenza del Signore e della
comunione fraterna [Salmo 133], andare alla casa del Signore con gioia e non
per abitudine, [Salmo 122:1].
b.
Andiamo
con il giusto atteggiamento, presentandoci al Signore con la nostra offerta di
lode e adorazione, contribuendo con il canto, la preghiera e la testimonianza
[Salmo 29:1-2]. Offriamo il nostro culto con santa riverenza, discernendo bene
ciò che facciamo, chiedendo aiuto allo Spirito Santo, il quale presenterà la
nostra offerta come Dio gradisce [Romani 8:26-27].
c.
Portiamo
con noi la nostra famiglia, è importante che i nostri figli vengano insieme a
noi alla casa del Signore, iscriviamoli alla scuola domenicale, la riunione dei
giovani e verifichiamo il loro progresso, ma cerchiamo in qualche maniera di
tenerli vicini a noi nelle riunioni settimanali. Partecipiamo alle attività
della comunità: l’evangelizzazione, culti all’aperto, riunioni speciali ecc.,
sapendo che il Signore si serve di persone attive e dinamiche [1Re 19 :19].
d.
Non
disertiamo le riunioni di culto per futili motivi, se siamo stanchi
fisicamente, nel Signore troveremo il giusto riposo, perché privarci della
benedizione del Signore compromettendo così anche il servizio che svolgiamo
nella nostra comunità? Il Signore non ci affiderà mai un ministerio o un servizio particolare, se saremo dei
cristiani superficiali e carnali.[1Corinzi 3:1].
- LA TUA TESTIMONIANZA [ATTI 16:1-2]
a.
Abbiamo
già toccato questo argomento, ma vogliamo approfondire alcuni aspetti. Una
buona testimonianza dobbiamo darla nella nostra casa, ai nostri vicini [Atti
22:12], non possiamo predicare bene e fare il contrario di ciò che diciamo, la
gente ci osserva ed è pronta a puntare il dito, ma come abbiamo già detto il
nostro obiettivo è quello di conquistare anime al Signore anche senza parole. [
1Pietro 2:11-12].
b.
La
nostra buona testimonianza verso i nostri fratelli [ Atti 6:3], la nostra
condotta è determinante per la fratellanza, se vogliamo conquistare la fiducia
ed il rispetto, dobbiamo essere dei veri cristiani [Atti 11:22-24]. Ogni
ipocrisia, ogni cattiva azione sarà smascherata dal Signore [ Atti 5:3].
c.
Nei
nostri rapporti sociali, a scuola, sul posto di lavoro, è importante non
accettare compromessi, ma dobbiamo avere fermezza, perché sappiamo che al
Signore non piace barattare la Sua grazia con gli interessi del mondo [Atti
4:19-20].
Come vedete, ci sono delle priorità importanti che dobbiamo
adempiere per rendere più efficace il nostro servizio al Signore, non possiamo
stravolgere quest’ordine, altrimenti commetteremo lo stesso errore di Samuele.
Tutto questo si può realizzare solo con la nostra vita arresa all’opera dello
Spirito Santo ed il nostro cuore ripieno dell’Amore di Dio [1Corinzi 13].
( Scritto da un caro fratello in Cristo che è stato chiamato alla casa del Padre )
08 novembre 2019
Dio è amore
1Giovanni 4:8
Molti hanno abusato di questo attributo di Dio, “Dio è amore”. La visione dell’amore di Dio non corrisponde al concetto d’amore che hanno gli uomini. Colui che dice: “Dio è amore” è uno che ha conosciuto Gesù il Figlio di Dio, è stato sul suo seno, ha ricevuto i Suoi consigli, ha realizzato il sacrificio di Cristo. L’amore umano ha come principio non il donarsi ma il ricevere, un amore fondato sull’egoismo, sugli interessi personali. Scriveva l’apostolo Paolo: “Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire;” (Romani 7:5) Colui che ha fatto conoscere l’amore di Dio è Cristo Gesù: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.” Questo verso non è solo una definizione biblica, ma è il carattere immutabile ed incondizionato di Dio, “Dio ha tanto amato…” L’insegnamento che Gesù ha dato intorno all’amore di Dio esula dall’amore cosiddetto di proprietà, tutto è mio, tutto mi è dovuto, il mondo gira intorno a me. Dio ha adempiuto fedelmente il Suo disegno benevolo. Dio ti ama, a prescindere da chi tu sia, Egli vuole che tutti gli uomini siano salvati. Concludo con la citazione di un uomo che ha conosciuto il Signore e vive per il Signore: “Come funziona la religione: se obbedisco, allora Dio mi amerà e mi accetterà. Mentre il Vangelo dice: “Sono amato e accettato, quindi desidero obbedire.” Dio disse al profeta Daniele: “ Non temere, o uomo molto amato! La pace sia con te. Coraggio! Sii forte!” Dio questa mattina ti dice le stesse parole di Daniele. Tu come risponderai?
06 novembre 2019
La congiura
2 Samuele 15:1-31
Dopo queste cose, Absalom si procurò un cocchio, dei cavalli, e cinquanta uomini che correvano davanti a lui. Absalom si alzava la mattina presto e si metteva da un lato della via che conduceva alle porte della città; quando qualcuno aveva un processo e si recava dal re per chiedere giustizia, Absalom lo chiamava e gli chiedeva: “Di quale città sei?” L'altro gli rispondeva: “Il tuo servo è di tale e tale tribù d'Israele”. Allora Absalom gli diceva: “Vedi, la tua causa è buona e giusta, ma non c'è chi sia delegato dal re per sentirti”. Poi Absalom aggiungeva: “Oh, se facessero me giudice del paese! Chiunque avesse un litigio o reclamo verrebbe da me e io gli farei giustizia”. Quando uno gli si avvicinava per prostrarsi davanti a lui, egli gli porgeva la mano, l'abbracciava e lo baciava. Absalom faceva così con tutti gli Israeliti che venivano dal re per chiedere giustizia; in questo modo Absalom conquistò il cuore della gente d'Israele. Quattro anni dopo, Absalom disse al re: “Ti prego, lasciami andare a Ebron a sciogliere un voto che ho fatto al SIGNORE. Infatti, durante la sua residenza a Ghesur, in Siria, il tuo servo fece un voto, dicendo: Se il SIGNORE mi riconduce a Gerusalemme, io servirò il SIGNORE a Ebron”. Il re gli disse: “Va' in pace!” Così egli si alzò e andò a Ebron. Intanto Absalom mandò degli emissari per tutte le tribù d'Israele, a dire: «Quando udrete il suono della tromba, direte: "Absalom è proclamato re a Ebron"“. Con Absalom partirono da Gerusalemme duecento uomini, i quali, essendo stati invitati, partirono in tutta la loro semplicità, senza sapere nulla. Mentre offriva i sacrifici, Absalom mandò a chiamare Aitofel, il Ghilonita, consigliere di Davide, perché venisse dalla sua città di Ghilo. La congiura si rafforzava e il popolo diventava sempre più numeroso attorno ad Absalom. Venne a Davide un messaggero, che disse: «Il cuore degli uomini d'Israele si è volto verso Absalom”. Allora Davide disse a tutti i suoi servi che erano con lui a Gerusalemme: “Alzatevi, fuggiamo; altrimenti, nessuno di noi scamperà dalle mani di Absalom. Affrettatevi a partire, affinché, con una rapida marcia, non ci sorprenda, piombandoci rovinosamente addosso e mettendo la città a fil di spada”. I servitori del re gli dissero: “Ecco i tuoi servi, pronti a fare tutto quello che piacerà al re, nostro signore”. Il re dunque partì, seguito da tutta la sua casa, e lasciò dieci concubine a custodire il palazzo. Il re partì seguito da tutto il popolo, e si fermarono a Bet-Merac. Tutti i servitori del re camminavano al suo fianco; e tutti i Cheretei, tutti i Peletei e tutti i Ghittei, che in seicento erano venuti da Gat al suo seguito, camminavano davanti al re. Allora il re disse a Ittai di Gat: «Perché vuoi venire anche tu con noi? Torna indietro e rimani con il re; perché sei un forestiero e per di più un esule della tua patria. Tu sei arrivato solo ieri e oggi ti farei andare errando qua e là con noi, mentre io stesso non so dove vado? Torna indietro e riconduci con te i tuoi fratelli; siano con te la bontà e la fedeltà del SIGNORE!” Ma Ittai rispose al re e disse: “Com'è vero che il SIGNORE vive e che vive il re mio signore, in qualunque luogo sarà il re mio signore, per morire o per vivere, là sarà pure il tuo servo”. Allora Davide disse a Ittai: «Va' pure avanti!” Ittai, il Ghitteo, passò avanti con tutta la sua gente e con tutti i bambini che erano con lui. Tutti quelli del paese piangevano ad alta voce, mentre tutto il popolo passava. Il re attraversò il torrente Chidron. Anche tutto il popolo l'attraversò, prendendo la via del deserto. C'era anche Sadoc con tutti i leviti, i quali portavano l'arca del patto di Dio. Mentre Abiatar saliva, essi posarono l'arca di Dio, finché tutto il popolo non ebbe finito di uscire dalla città. Il re disse a Sadoc: “Riporta in città l'arca di Dio. Se io trovo grazia agli occhi del SIGNORE, egli mi farà tornare e mi farà vedere l'arca e la sua dimora; ma se dice: "Io non ti gradisco!", eccomi, faccia di me quello che egli vorrà”. Il re disse ancora al sacerdote Sadoc: “Vedi? Torna in pace in città con tuo figlio Aimaas e con Gionatan, figlio di Abiatar; i vostri due figli con voi. Guardate, io aspetterò nelle pianure del deserto, finché mi sia recata qualche notizia da parte vostra”. Così Sadoc e Abiatar riportarono a Gerusalemme l'arca di Dio e abitarono là. Davide saliva il monte degli Ulivi; saliva piangendo e camminava con il capo coperto, a piedi scalzi; e tutta la gente che era con lui aveva il capo coperto e, salendo, piangeva.
Qualcuno venne a dire a Davide: «Aitofel è con Absalom tra i congiurati”. Davide disse: “O SIGNORE, rendi vani i consigli di Aitofel!”
Absalom figlio di Davide, mosso dall’ambizione sedusse il popolo d’Israele con le sue lusinghe e la sua apparente disponibilità. Architettò una congiura contro suo padre al punto tale che Davide dovette scappare via con tutti i suoi servi che erano a Gerusalemme. Perfino Aitofel, consigliere di Davide, ed il popolo d’Israele si volsero dalla parte di Absalom.
Il cuore di Absalom rispecchia un po' quello di tanti uomini di oggi: l’egoismo, la sete di potere e l’ambizione fanno da padrone, sono disposti a qualsiasi cosa pur di ottenere quello che vogliono. Quest’uomo pensava di conquistare il popolo con promesse e patti pur di ottenere il trono di suo padre.
Davide è la figura di un uomo che si rimette nelle mani di Dio e rifiuta di rendere male per male. Davide amava Absalom perché era suo figlio, lo aveva generato, lo aveva curato fin dalla sua tenera età, come poteva fargli del male? Questo atteggiamento è tipico del figlio di Dio: Cristo Gesù. Egli non ha ricambiato col male quando è stato accusato dai Giudei e poi crocifisso dai Romani, anzi in qui momenti di sofferenza ha pregato per il popolo, si è sottomesso all’azione oltraggiosa degli uomini pur di salvare l’umanità. Gesù, attraverso la sua morte e la Sua risurrezione, ha promesso la vita. Quale sarà la tua risposta? Accetterai o rifiuterai? Sarai come Absalom o come Davide?
30 ottobre 2019
Luca 9: 25
Infatti, che serve all'uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina se stesso?
Non so quanto valga la pena sfruttare tutto quello che c’è sulla terra come fonte di guadagno e non riflettere che c’è una realtà spirituale di cui prendersi cura. Se si considerano i pochi anni di vita sulla terra, pensare che accumulare quanti più beni possibili sia l’unica fonte di gioia e soddisfazione rasenta la stoltezza. Quanti uomini hanno posseduto ricchezze e beni materiali e hanno dovuto lasciare tutto alla loro morte. Il passo che abbiamo letto ti esorta a riflettere e porti una domanda: “Che serve all’uomo guadagnare tutto il mondo?” Che vantaggio ha l’anima tua? Tutto questo significa rovinare se stesso e perdere la propria vita. La Parola di Dio non disdegna le ricchezze e tantomeno incoraggia a vivere nell’ozio, anzi la Bibbia ci esorta a lavorare e guadagnare in modo dignitoso e leale. Ma quello che Gesù voleva dire è che bisogna perdere per guadagnare. Cristo è Dio, Egli ha dovuto lasciare la gloria del cielo per venire sulla terra e pagare il prezzo dei tuoi peccati. Gesù per un tempo ha dovuto perdere la gloria celeste per guadagnare te. Stamattina sei pronto a lasciare il peccato? Sei pronto a donarti a Cristo? Se accetterai Gesù tu non perderai la vita ma la guadagnerai per l’eternità. Dio ti benedica.
27 ottobre 2019
Marco 4: 37-40
Ed ecco levarsi una gran bufera di vento che gettava le onde nella barca, tanto che questa già si riempiva. Egli stava dormendo sul guanciale a poppa. Essi lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che noi moriamo?" Egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!" Il vento cessò e si fece gran bonaccia. Egli disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?"
La terra è soggetta a variazioni climatiche e smottamenti terrestri, ci sono terremoti, alluvioni, vento, pioggia ecc…Tante volte anche la nostra vita subisce dei cambiamenti, delle vere mutazioni dovute a dolori lutti e malattie. Una bufera si abbatte sui discepoli, il mare (lago) di Galilea era soggetto a questi cambiamenti, eppure Gesù, pur sapendo quello che stava avvenendo, placidamente dorme. Può sembrare un disinteressamento del maestro, una noncuranza del pericolo, ma questo è falso. Gesù voleva insegnare ai discepoli la fede. Quando ci troviamo nella tempesta Gesù fa proprio questo, mette alla prova la nostra fede. Pietro, nella sua prima epistola al capitolo 1 verso 7, scrive: “affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.” Una fede provata e vittoriosa rende il credente più forte e dà gloria a Dio. Amico accertati di avere nella tua barca Cristo Gesù, allora sarai al sicuro, perché quando verranno le bufere tu ne uscirai vittorioso. Cristo ha il potere su qualsiasi elemento della natura, può liberarti in un attimo e donarti la pace, ricordati “Egli non permetterà che il tuo piè vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà. Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà. L’Eterno è colui che ti protegge” (Salmo 121:3-5).
Ed ecco levarsi una gran bufera di vento che gettava le onde nella barca, tanto che questa già si riempiva. Egli stava dormendo sul guanciale a poppa. Essi lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che noi moriamo?" Egli, svegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!" Il vento cessò e si fece gran bonaccia. Egli disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?"
La terra è soggetta a variazioni climatiche e smottamenti terrestri, ci sono terremoti, alluvioni, vento, pioggia ecc…Tante volte anche la nostra vita subisce dei cambiamenti, delle vere mutazioni dovute a dolori lutti e malattie. Una bufera si abbatte sui discepoli, il mare (lago) di Galilea era soggetto a questi cambiamenti, eppure Gesù, pur sapendo quello che stava avvenendo, placidamente dorme. Può sembrare un disinteressamento del maestro, una noncuranza del pericolo, ma questo è falso. Gesù voleva insegnare ai discepoli la fede. Quando ci troviamo nella tempesta Gesù fa proprio questo, mette alla prova la nostra fede. Pietro, nella sua prima epistola al capitolo 1 verso 7, scrive: “affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell'oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.” Una fede provata e vittoriosa rende il credente più forte e dà gloria a Dio. Amico accertati di avere nella tua barca Cristo Gesù, allora sarai al sicuro, perché quando verranno le bufere tu ne uscirai vittorioso. Cristo ha il potere su qualsiasi elemento della natura, può liberarti in un attimo e donarti la pace, ricordati “Egli non permetterà che il tuo piè vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà. Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà. L’Eterno è colui che ti protegge” (Salmo 121:3-5).
(Caracciolo Raffaele)
24 settembre 2019
E tu preghi?
Ed Eliseo pregò e disse:
Signore, ti prego, aprili gli occhi, perché veda!
(II Re 6:17)
Ma Pietro, fatti uscire tutti, si mise in ginocchio, e pregò; e, voltatosi verso il corpo, disse: «Tabita, alzati». Ella aprì gli occhi; e, visto Pietro, si mise seduta.
(Atti 9:40)
Mosè gridò al SIGNORE, dicendo: «Guariscila, o Dio, te ne prego!»
(Numeri 12:13)
Allora Sansone invocò il SIGNORE e disse: «SIGNORE mio Dio, ti prego, ricordati di me!
(Giudici 16:28)
Allora Anna pregò e disse:
«Il mio cuore esulta nel SIGNORE,
il SIGNORE ha innalzato la mia potenza,
la mia bocca si apre contro i miei nemici
perché gioisco nella tua salvezza.
(1 Samuele 2:1)
Allora Ezechia voltò la faccia verso il muro e pregò il SIGNORE...
(II Re 20:2)
E Davide disse a Dio: «Io ho gravemente peccato in ciò che ho fatto; ma ora ti prego, perdona l'iniquità del tuo servo, perché io ho agito con grande stoltezza».
(I Cronache 21:8)
Signore, te ne prego, siano i tuoi orecchi attenti alla preghiera del tuo servo e alla preghiera dei tuoi servi, che vogliono temere il tuo nome; e concedi oggi, ti prego, successo al tuo servo, e fa' che egli trovi pietà presso quest'uomo".
A quel tempo io ero coppiere del re.
(Neemia 1:11)
Uomini e donne nell'Antico e nel Nuovo Testamento hanno avuto bisogno della preghiera per veder realizzate le opere del Signore. Continua a pregare senza stancarti, insisti, persevera e Dio ti mostrerà la Sua gloria, realizzerai il Suo favore, ti indirizzerà verso la giusta strada, ti farà vedere la Sua opera e tu contemplerai il regno dei cieli.
In questo momento prega per la tua salvezza, chiedi a Dio di perdonarti e gli occhi tuoi si apriranno.
(Caracciolo Raffaele)
12 settembre 2019
Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati; ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria e che nessuno dei dominatori di questo mondo ha conosciuta; perché, se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Ma com'è scritto: «Le cose che occhio non vide, e che orecchio non udì, e che mai salirono nel cuore dell'uomo, sono quelle che Dio ha preparate per coloro che lo amano». A noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito, perché lo Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Infatti, chi, tra gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così nessuno conosce le cose di Dio se non lo Spirito di Dio.
Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno. Infatti «chi ha conosciuto la mente del Signore da poterlo istruire?»
Ora noi abbiamo la mente di Cristo. L'Apostolo Paolo elogia la sapienza che viene da Dio, quella sapienza che lo ha rinnovato e gli ha fatto conoscere Cristo Gesù sulla strada di Damasco (Atti 9:1-9). Paolo pone a confronto l'uomo naturale e l'uomo spirituale, il naturale non può mai conoscere le cose di Dio perché la sua mente non è rinnovata, gli occhi dello spirito sono chiusi, ma l'uomo spirituale sì, perché ha ricevuto una rivelazione divina dettata dalla sua esperienza con Dio. Caro lettore vuoi avere anche tu la mente di Cristo? Vuoi che i tuoi occhi si aprano? Incontrati con Gesù, Egli è a fianco a te devi solo dire Signore salvami e Dio nella Sua infinita bontà opererà. Fai tue queste parole: "Poiché non c'è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato." (Romani 10:12-13)
Caracciolo Raffaele
06 settembre 2019
22 agosto 2019
Vangelo secondo Matteo 26:36-46
Allora Gesú andò con loro in un podere chiamato Getsemani e disse ai discepoli: «Sedete qui finché io sia andato là e abbia pregato». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a essere triste e angosciato. Allora disse loro: «L'anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate con me». E, andato un po' piú avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi». Poi tornò dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Cosí, non siete stati capaci di vegliare con me un'ora sola? Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». E, tornato, li trovò addormentati, perché i loro occhi erano appesantiti. Allora, lasciatili, andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole. Poi tornò dai discepoli e disse loro: «Dormite pure oramai, e riposatevi! Ecco, l'ora è vicina, e il Figlio dell'uomo è dato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce è vicino».
21 agosto 2019
10 agosto 2019
09 agosto 2019
L’AMORE DI DIO
OSEA 11:1-11
Quando Israele era fanciullo, io l'amai, e fin dall'Egitto, chiamai il mio figliuolo. Egli è stato chiamato, ma s'è allontanato da chi lo chiamava; hanno sacrificato ai Baali, hanno offerto profumi a immagini scolpite. Son io che insegnai ad Efraim a camminare, sorreggendolo per le braccia; ma essi non hanno riconosciuto ch'io cercavo di guarirli. Io li attiravo con corde umane, con legami d'amore; ero per loro come chi sollevasse il giogo d'in su le loro mascelle, e porgevo loro dolcemente da mangiare. Israele non tornerà nel paese d'Egitto; ma l'Assiro sarà il suo re, perché han rifiutato di convertirsi. E la spada sarà brandita contro alle sue città, ne spezzerà le sbarre, ne divorerà gli abitanti, a motivo de' loro disegni. Il mio popolo persiste a sviarsi da me; lo s'invita a guardare in alto, ma nessun d'essi alza lo sguardo. Come farei a lasciarti, o Efraim? come farei a darti in mano altrui, o Israele? a renderti simile ad Adma? a ridurti allo stato di Tseboim? Il mio cuore si commuove tutto dentro di me, tutte le mie compassioni s'accendono. Io non sfogherò l'ardente mia ira, non distruggerò Efraim di nuovo, perché sono Dio, e non un uomo, sono il Santo in mezzo a te, e non verrò nel mio furore. Essi seguiranno l'Eterno, che ruggirà come un leone, poich'egli ruggirà, e i figliuoli accorreranno in fretta dall'occidente.Accorreranno in fretta dall'Egitto come uccelli, e dal paese d'Assiria come colombe; e io li farò abitare nelle loro case, dice l'Eterno.
Il profeta Osea visse in un periodo storico difficile, il suo ministerio si svolse quasi alla fine del regno di Geroboamo. II re di Israele, l’uomo che fece "Ciò che è male agli occhi del Signore". Seguendo l'esempio del re, anche il popolo d’Israele si allontanò dalle vie del Signore a causa della durezza del proprio cuore. Avendo trascurato la legge di Dio, subì le conseguenze della sua disubbidienza, ma gli occhi del Signore sono sempre stati su Israele, il Suo popolo particolare. Dio non lo abbandonò e suscitò continuamente uomini e donne, che seguirono pienamente le Sue vie e poter così esortare il Suo popolo ad abbandonare il peccato ed a consacrarsi a Lui. Circa 753 anni prima della venuta di Cristo, Osea parlò ad Israele e ai sacerdoti, sviatisi a causa della propria corruzione morale, esortandoli a ritornare al Signore per poter trovare così favore e grazia. Il capitolo 11 di questo libro parla appunto dell’amore di Dio e della sua misericordia verso Israele, infatti nel primo verso del capitolo scopriamo una prima verità:
L 'amore incondizionato di Dio verso il suo popolo.
L'apostolo Giovanni nella sua prima lettera affermò una verità che sperimentò personalmente: "Dio è amore" (I Giovanni 4:8). Quest’attributo morale di Dio non solo è insito nella Sua natura, ma Egli lo ha manifestato all’umanità donando l’Unigenito Suo, Cristo Gesù il Signore. Dio ha considerato e non ha dimenticato la sua creatura. Egli ha amato l’uomo e lo creò donandogli la Sua preziosa comunione. Ma nell’Eden, l'uomo scelse volontariamente di peccare infrangendo così quella comunione e quel rapporto di figliolanza con Dio. Da quel momento la creatura perfetta è stata macchiata dal peccato, quel filo che la teneva legata a Lui s’è rotto.
“ Io l'amai, fin da fanciullo" dice il Signore per mezzo del profeta Osea, amore grande di Dio, Egli non ha crudelmente abbandonato l’uomo, anzi, ha promesso una liberazione: "Questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno " (Genesi 3:15).
Il peccato produsse la morte per tutta umanità, ma su coloro che hanno riconosciuto in Gesù Cristo il Salvatore non ha più potere. Cristo versando il suo sangue, ha distrutto il peccato inchiodandolo sulla croce, tutto ciò è stato possibile solo per l’amore immenso e disinteressato di Dio. "Io li attiravo... con legami d’amore" (v.4), voglia essere questa la nostra preghiera: “ Signore attirami, e lega l’anima mia a te attraverso il tuo amore”. Ancora nel primo capitolo possiamo scoprire una verità manifestata in diverse occasioni nei confronti di Israele che era: “Un popolo insensibile al richiamo d'amore di Dio”. Il popolo è stato chiamato, ma poi s’è allontanato, ha rigettato il Signore, ha rifiutato l’amorevole presenza di Dio. Quanto facilmente l’uomo muta i suoi sentimenti e le sue azioni quando non sono fondati su di un solido sostegno. Israele offriva sacrifici a Baal e profumi alle immagini scolpite. Quanta ingratitudine verso Colui che aveva fatto loro del bene in ogni tempo. Non più l'adorazione al vero Iddio, non più la lode al loro Creatore, non più il ringraziamento verso Colui che perdona il peccatore, ormai il cuore del popolo era rivolto verso gli idoli che hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano. Israele aveva dimenticato ( quanto è labile la mente dell’uomo non rigenerato) l’amorevole consolazione del Signore. In tanti modi Dio cercò di riportare Israele sulla strada della salvezza per poterlo curare e guarire dalle sue ferite sanguinanti. “Son io che insegnai ad Efraim a camminare, sorreggendolo per le braccia, ma essi non hanno riconosciuto ch'io cercavo di guarirli” (v. 3). Dinanzi a tale tenerezza di Dio, il nostro cuore si scioglie in lacrime.
Dio lo ammaestra, gli insegna a camminare, lo sorregge prendendolo per mano e infine lo guarisce. Sentiamoci amati da Dio, anche in questo momento Egli ci chiama per poterci donare le stesse cure che ha donato ad Efraim. “Io li attiravo... con legami d’amore”. Io mi sento amato da Dio, e tu, ti senti amato da Dio tuo Creatore e Signore? Un Dio Santo che perdona l'iniquità del suo popolo quando questi si umilia e riconosce la sua condizione di peccato.
Dopo aver considerato l’amore immutabile di Dio vogliamo passare a considerare l’Iddio Santo che perdona il peccatore. Una parte del verso 9 dice: “ Io non sfogherò la mia ira ardente, non distruggerò Efraim di nuovo... ”, alcuni pensano che Dio sia un despota, uno che emetta solo giudizi e condanne, che ha abbandonato la Sua creatura a sé stessa. È falso! Un Dio del genere può immaginarlo soltanto un individuo che non lo conosce personalmente, che non ha realizzato l’amorevole perdono di Dio. Il vangelo di Giovanni riporta la storia di una donna che fu condotta dagli scribi e dai farisei dinanzi a Gesù e accusata di adulterio, essi dicevano: “ Or Mose, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici? “ Gesù rispose loro pronunciando una grande verità: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei". Egli poneva l’adulterio sullo stesso piano di tutti gli altri peccati, non facendo alcuna distinzione, affermava quindi che tutti gli uomini, in questo caso anche i religiosi farisei e scribi, erano condannati dal loro peccato. Cristo voleva far loro comprendere che non dovevano giudicare gli altri perché loro stessi avete bisogno del perdono. "Gesù rivolgendosi alla donna disse: “Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata? “ Ella rispose: “ Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “ Neppure io ti condanno: va' e non peccare più “. Il divino Salvatore perdonò questa donna e non permise che quegli uomini crudeli le facessero del male. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo: “ Come è possibile che Gesù, che è il Santo, non si diede pensiero del grave peccato che quella donna commise?”, ma Egli non tollerò il peccato, anzi, le parlò della giustizia di Dio e la esortò: “Va’ e non peccare più”. L’amore di Dio si manifesta nel perdonarci i peccati e questo si ottiene unicamente per mezzo di Gesù, dal momento in cui realizziamo questo perdono siamo liberati dalla colpa. L’apostolo Paolo scrivendo ai Romani affermava: “ Infatti il peccato non avrà più potere su di voi: perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia. “ (Romani 6:14). Il peccato che prima ci signoreggiava, non ha più nessun potere su di noi, ha perso la sua forza. Iddio è Santo ed immutabile, Santo in quanto non ha nessuna relazione con il peccato ed immutabile perché Egli non è un uomo che possa venire meno nelle Sue promesse e in tutta la Sua parola. Possiamo affidare l’intera nostra vita a Lui, sapendo con certezza che la preserverà sino alla fine dei nostri giorni: “Il mio cuore si commuove tutto dentro di me. tutte le mie compassioni si accendono. ” (v.8) Se non fosse stato per le sue compassioni, sicuramente nessuno di noi sarebbe scampato dalla perdizione eterna. Dobbiamo ringraziare continuamente il nostro Dio per quello che Egli ha compiuto, non sono stati i nostri meriti ad attirare il Suo favore, né tantomeno la nostra intelligenza. Se non ci fossimo pentiti e ravveduti dei nostri peccati, il nostro destino eterno sarebbe stato l’inferno, che la Bibbia ci presenta come un luogo di tormento “dove il verme loro non muore e il fuoco non si spegne”. (Marco 9:48). Ringraziamo il nostro Signore che ha avuto pietà di noi mostrandoci la Sua grazia e la Sua bontà. Egli ci ama, l’ha dimostrato, e continuerà a dimostrarcelo fino al giorno del Suo ritorno, quando lo vedremo come Egli è, e lo godremo per l’eternità. A Lui sia l’onore e la gloria per sempre. Amen!
Caracciolo Raffaele
L 'amore incondizionato di Dio verso il suo popolo.
L'apostolo Giovanni nella sua prima lettera affermò una verità che sperimentò personalmente: "Dio è amore" (I Giovanni 4:8). Quest’attributo morale di Dio non solo è insito nella Sua natura, ma Egli lo ha manifestato all’umanità donando l’Unigenito Suo, Cristo Gesù il Signore. Dio ha considerato e non ha dimenticato la sua creatura. Egli ha amato l’uomo e lo creò donandogli la Sua preziosa comunione. Ma nell’Eden, l'uomo scelse volontariamente di peccare infrangendo così quella comunione e quel rapporto di figliolanza con Dio. Da quel momento la creatura perfetta è stata macchiata dal peccato, quel filo che la teneva legata a Lui s’è rotto.
“ Io l'amai, fin da fanciullo" dice il Signore per mezzo del profeta Osea, amore grande di Dio, Egli non ha crudelmente abbandonato l’uomo, anzi, ha promesso una liberazione: "Questa progenie ti schiaccerà il capo, e tu le ferirai il calcagno " (Genesi 3:15).
Il peccato produsse la morte per tutta umanità, ma su coloro che hanno riconosciuto in Gesù Cristo il Salvatore non ha più potere. Cristo versando il suo sangue, ha distrutto il peccato inchiodandolo sulla croce, tutto ciò è stato possibile solo per l’amore immenso e disinteressato di Dio. "Io li attiravo... con legami d’amore" (v.4), voglia essere questa la nostra preghiera: “ Signore attirami, e lega l’anima mia a te attraverso il tuo amore”. Ancora nel primo capitolo possiamo scoprire una verità manifestata in diverse occasioni nei confronti di Israele che era: “Un popolo insensibile al richiamo d'amore di Dio”. Il popolo è stato chiamato, ma poi s’è allontanato, ha rigettato il Signore, ha rifiutato l’amorevole presenza di Dio. Quanto facilmente l’uomo muta i suoi sentimenti e le sue azioni quando non sono fondati su di un solido sostegno. Israele offriva sacrifici a Baal e profumi alle immagini scolpite. Quanta ingratitudine verso Colui che aveva fatto loro del bene in ogni tempo. Non più l'adorazione al vero Iddio, non più la lode al loro Creatore, non più il ringraziamento verso Colui che perdona il peccatore, ormai il cuore del popolo era rivolto verso gli idoli che hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano. Israele aveva dimenticato ( quanto è labile la mente dell’uomo non rigenerato) l’amorevole consolazione del Signore. In tanti modi Dio cercò di riportare Israele sulla strada della salvezza per poterlo curare e guarire dalle sue ferite sanguinanti. “Son io che insegnai ad Efraim a camminare, sorreggendolo per le braccia, ma essi non hanno riconosciuto ch'io cercavo di guarirli” (v. 3). Dinanzi a tale tenerezza di Dio, il nostro cuore si scioglie in lacrime.
Dio lo ammaestra, gli insegna a camminare, lo sorregge prendendolo per mano e infine lo guarisce. Sentiamoci amati da Dio, anche in questo momento Egli ci chiama per poterci donare le stesse cure che ha donato ad Efraim. “Io li attiravo... con legami d’amore”. Io mi sento amato da Dio, e tu, ti senti amato da Dio tuo Creatore e Signore? Un Dio Santo che perdona l'iniquità del suo popolo quando questi si umilia e riconosce la sua condizione di peccato.
Dopo aver considerato l’amore immutabile di Dio vogliamo passare a considerare l’Iddio Santo che perdona il peccatore. Una parte del verso 9 dice: “ Io non sfogherò la mia ira ardente, non distruggerò Efraim di nuovo... ”, alcuni pensano che Dio sia un despota, uno che emetta solo giudizi e condanne, che ha abbandonato la Sua creatura a sé stessa. È falso! Un Dio del genere può immaginarlo soltanto un individuo che non lo conosce personalmente, che non ha realizzato l’amorevole perdono di Dio. Il vangelo di Giovanni riporta la storia di una donna che fu condotta dagli scribi e dai farisei dinanzi a Gesù e accusata di adulterio, essi dicevano: “ Or Mose, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici? “ Gesù rispose loro pronunciando una grande verità: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei". Egli poneva l’adulterio sullo stesso piano di tutti gli altri peccati, non facendo alcuna distinzione, affermava quindi che tutti gli uomini, in questo caso anche i religiosi farisei e scribi, erano condannati dal loro peccato. Cristo voleva far loro comprendere che non dovevano giudicare gli altri perché loro stessi avete bisogno del perdono. "Gesù rivolgendosi alla donna disse: “Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata? “ Ella rispose: “ Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “ Neppure io ti condanno: va' e non peccare più “. Il divino Salvatore perdonò questa donna e non permise che quegli uomini crudeli le facessero del male. Qualcuno potrebbe obiettare dicendo: “ Come è possibile che Gesù, che è il Santo, non si diede pensiero del grave peccato che quella donna commise?”, ma Egli non tollerò il peccato, anzi, le parlò della giustizia di Dio e la esortò: “Va’ e non peccare più”. L’amore di Dio si manifesta nel perdonarci i peccati e questo si ottiene unicamente per mezzo di Gesù, dal momento in cui realizziamo questo perdono siamo liberati dalla colpa. L’apostolo Paolo scrivendo ai Romani affermava: “ Infatti il peccato non avrà più potere su di voi: perché non siete sotto la legge ma sotto la grazia. “ (Romani 6:14). Il peccato che prima ci signoreggiava, non ha più nessun potere su di noi, ha perso la sua forza. Iddio è Santo ed immutabile, Santo in quanto non ha nessuna relazione con il peccato ed immutabile perché Egli non è un uomo che possa venire meno nelle Sue promesse e in tutta la Sua parola. Possiamo affidare l’intera nostra vita a Lui, sapendo con certezza che la preserverà sino alla fine dei nostri giorni: “Il mio cuore si commuove tutto dentro di me. tutte le mie compassioni si accendono. ” (v.8) Se non fosse stato per le sue compassioni, sicuramente nessuno di noi sarebbe scampato dalla perdizione eterna. Dobbiamo ringraziare continuamente il nostro Dio per quello che Egli ha compiuto, non sono stati i nostri meriti ad attirare il Suo favore, né tantomeno la nostra intelligenza. Se non ci fossimo pentiti e ravveduti dei nostri peccati, il nostro destino eterno sarebbe stato l’inferno, che la Bibbia ci presenta come un luogo di tormento “dove il verme loro non muore e il fuoco non si spegne”. (Marco 9:48). Ringraziamo il nostro Signore che ha avuto pietà di noi mostrandoci la Sua grazia e la Sua bontà. Egli ci ama, l’ha dimostrato, e continuerà a dimostrarcelo fino al giorno del Suo ritorno, quando lo vedremo come Egli è, e lo godremo per l’eternità. A Lui sia l’onore e la gloria per sempre. Amen!
Caracciolo Raffaele
07 agosto 2019
Isaia 31:1-3
Isaia profetizza contro coloro che scendono in Egitto per trovare soccorso. Dio vuole che la tua fiducia sia riposta in Lui. Davide scriveva: “ Riponi la tua sorte nel Signore; confida in lui, ed egli agirà.” (Salmo 37:5) Forse sei accusato di qualcosa che non hai commesso, forse i tuoi diritti sono stati calpestati, forse sei incompreso dalla tua famiglia per aver scelto Cristo, fai tue le parole di questo salmo, affidati al Signore porta il tuo peso al Lui ed Egli agirà. Non c’è niente di difficile per il Signore, niente di impossibile, Egli è il Creatore Sovrano, fidati di Lui. Cercalo con tutto il cuore ed Egli manifesterà tutta la Sua potenza.
Dio avverte “Gli Egiziano sono uomini, e non Dio…” Non confidare nella creatura ma confida nel tuo Creatore, tutto procede da Lui, affidati come figlio nel tuo Padre Celeste. I consigli umani possono fallire, se li accetti anche la tua vita può fallire. Se ti fondi su ideologie umane tu rimarrai deluso. C’è qualcuno che ti sta invitando a cercarlo, fallo con tutto il tuo cuore e vedrai la risposta del Signore non tarderà.
Dio avverte “Gli Egiziano sono uomini, e non Dio…” Non confidare nella creatura ma confida nel tuo Creatore, tutto procede da Lui, affidati come figlio nel tuo Padre Celeste. I consigli umani possono fallire, se li accetti anche la tua vita può fallire. Se ti fondi su ideologie umane tu rimarrai deluso. C’è qualcuno che ti sta invitando a cercarlo, fallo con tutto il tuo cuore e vedrai la risposta del Signore non tarderà.
05 agosto 2019
A te la scelta
Isaia 53: 1-12
Chi
ha creduto a quello che abbiamo annunciato?
A chi è stato rivelato il braccio del SIGNORE?
Egli è cresciuto davanti a lui come una
pianticella, come una radice che
esce da un arido suolo; non aveva
forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci. Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza,
pari a colui davanti al quale ciascuno si
nasconde la faccia, era spregiato,
e noi non ne facemmo stima alcuna. Tuttavia
erano le nostre malattie che egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato;
ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato! Egli è stato
trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità;
il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di
lui e mediante le sue lividure noi
siamo stati guariti. Noi tutti
eravamo smarriti come pecore, ognuno
di noi seguiva la propria via; ma
il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa,
egli non aprì la bocca. Dopo l'arresto e la condanna fu tolto di mezzo;
e tra quelli della sua generazione chi rifletté
che egli era strappato dalla terra dei viventi
e colpito a causa dei peccati del mio popolo?
Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua
morte, egli è stato con il ricco, perché
non aveva commesso violenze né
c'era stato inganno nella sua bocca. Ma il SIGNORE ha voluto stroncarlo con i patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il
peccato, egli vedrà una
discendenza, prolungherà i suoi giorni, e l'opera del SIGNORE prospererà nelle sue mani. Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà
soddisfatto; per la sua
conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le
moltitudini, egli dividerà il
bottino con i molti, perché ha
dato se stesso alla morte ed è
stato contato fra i malfattori; perché
egli ha portato i peccati di molti e
ha interceduto per i colpevoli.
Vuoi conoscere Gesù? Vuoi sapere
cosa ha fatto per te? Vuoi sapere perché
lo ha fatto? Vuoi conoscere la sua fine terrena? Isaia nel capitolo 53 del suo
libro profetizza qualcosa che si compirà più di 700 anni dopo. Oggi per tutti
coloro che credono in Cristo questa profezia è adempiuta. Sulla croce Gesù
disse: “ E’ compiuto!” E, chinato il
capo, rese lo spirito. (Giovanni 19:30) Ancora oggi c’è salvezza per chi
crede nell’opera di Cristo Gesù. «Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo
unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita
eterna. Infatti Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicare
il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non
è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome
dell’unigenito Figliuol di Dio.» (Giovanni 3:16-18) Dio non
rifiuterà nessuno, Egli vuole salvare e non distruggere, vuole liberare l’uomo
dalla schiavitù del peccato. Non chi si senti giusto, perfetto e buono, ma chi ha bisogno, chi ha compreso il perfetto amore di Gesù. Paolo
ai Romani scriveva: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati
gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito
come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare
la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al
tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo
presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.”
(Romani 3:23-26) Anche
tu sei in quei “tutti hanno peccato” , la domanda è: cosa
vuoi fare? Rimanere nel tuo peccato o accettare gratuitamente Cristo nella tua
vita? A te la scelta.
(Caracciolo Raffaele)
30 luglio 2019
26 luglio 2019
Poiché ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; ma allora conoscerò pienamente, come anche sono stato perfettamente conosciuto.
Ora dunque queste tre cose durano: fede, speranza, amore; ma la più grande di esse è l'amore.
(I Corinzi 13:12-13)
La nostra vita imperfetta, resa tale a causa del peccato, non ci permette di vedere chiaramente. Abbiamo bisogno della grazia del Signore per poter vivere nell'amore. L'apostolo Paolo sottolinea le limitazioni umane "ora vediamo come in uno specchio" (è usata questa immagine perché gli specchi di allora non erano quelli di oggi, erano opaci e sfocati) la conoscenza del Signore è parziale sulla terra, quando saremo nel cielo la nostra conoscenza aumenterà, ci sarà una rivelazione di Dio che ci sorprenderà. Oggi vediamo ciò che Dio ha potuto trasmetterci, ma un giorno, imminente, lo vedremo in tutto il Suo splendore e maestà.
Ricordiamoci che i doni sono parziali, sono solo per un tempo, ma il frutto dello Spirito è eterno, sarà presente anche quando incontreremo il Signore. Impegniamoci nell’amore perché non verrà mai meno, vorrei usare le parole dell’apostolo Giovanni: “Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro.” Ancora “Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.” Saremo beati se desideriamo e applichiamo queste cose alla nostra vita.
Ricordiamoci che i doni sono parziali, sono solo per un tempo, ma il frutto dello Spirito è eterno, sarà presente anche quando incontreremo il Signore. Impegniamoci nell’amore perché non verrà mai meno, vorrei usare le parole dell’apostolo Giovanni: “Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com'egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica com'egli è puro.” Ancora “Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.” Saremo beati se desideriamo e applichiamo queste cose alla nostra vita.
Caracciolo Raffaele
Versi: I Giovanni 3: 2-3,18
20 luglio 2019
Il fatto di credere che siamo stati accettati da Dio per pura Grazia e non per i nostri meriti dovrebbe renderci profondamente umili. I fanatici, dunque, non sono persone eccessivamente impegnate per il Vangelo, bensì persone che non vi si dedicano abbastanza. Pensate alle persone che considerate fanatiche. Sono prepotenti, bacchettone, dogmatiche, insensibili e severe. Perché? Non certo perché sono “troppo cristiane” bensì perché non lo sono abbastanza. Sono fanaticamente zelanti e coraggiose ma non sono fanaticamente umili, sensibili, benevole, empatiche, facili al perdono e alla comprensione. Non assomigliano in nulla a Cristo. Ciò che ci colpisce negativamente e che scambiamo il fanatismo in realtà, l'atteggiamento tipico di chi non si è ancora affidato veramente a Cristo è al suo Vangelo.
Timothy Keller. tratto da Ragioni per Dio. La fede nell'era dello scetticismo.
Timothy Keller. tratto da Ragioni per Dio. La fede nell'era dello scetticismo.
12 luglio 2019
Salmo 119: 97-105
Oh, quanto amo la tua legge!
È la mia meditazione di tutto il giorno.
I tuoi comandamenti mi rendono più saggio dei miei nemici;
perché sono sempre con me.
Ho più conoscenza di tutti i miei maestri,
perché le tue testimonianze sono la mia meditazione.
Ho più saggezza dei vecchi,
perché ho osservato i tuoi precetti.
Ho trattenuto i miei piedi da ogni sentiero malvagio,
per osservare la tua parola.
Non mi sono allontanato dai tuoi giudizi,
perché tu mi hai istruito.
Oh, come sono dolci le tue parole al mio palato!
Sono più dolci del miele alla mia bocca.
Mediante i tuoi precetti io divento intelligente;
perciò detesto ogni doppiezza.
La tua parola è una lampada al mio piede
e una luce sul mio sentiero.
07 luglio 2019

Un
giorno alcuni uomini videro sul Niagara una barca,
con un indiano addormentato, che era spinta dalla corrente verso la potente
cascata che non era lontana. Cercarono subito di svegliarlo con altissime
grida, suonarono più volte il corno, ma inutilmente: non si svegliava. La barca
ad un certo punto batté violentemente contro
una roccia e fece un giro su se stessa, ma
neppur questo, né l’ormai più vicino fracasso
terribile della cascata valse a svegliare l'indiano dal suo sonno, e intanto con
crescente rapidità la barca tagliava le onde.
Finalmente si svegliò. In un baleno afferrò il remo, ma era
troppo tardi. Rapidissimamente la barca continuò la sua corsa fino a che
precipitò con l'indiano nell’orribile abisso.
Ahimè! Molti uomini sono
simili a quell'uomo. Non si avvedono che stanno correndo verso una eterna
perdizione. Iddio li avverte per mezzo della Sua Parola, e sovente anche per
mezzo di serie circostanze. Eppure, come se niente fosse, vanno sempre più
lungi sulla via della perdizione.
O caro lettore,
ascolta la voce di Dio, affrettati ad andare a Gesù per essere salvato, mentre
sei ancora in tempo!
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03 luglio 2019
Tito 2:11-15
Manifestazione della grazia di Dio
02 luglio 2019
Salmo 1
28 giugno 2019
27 giugno 2019
Lettura Biblica
Romani 1:1
Paolo, servo di Cristo Gesú, chiamato a essere apostolo, messo a parte per il vangelo di Dio, che egli aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, dichiarato Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santità mediante la risurrezione dai morti; cioè Gesú Cristo, nostro Signore, per mezzo del quale abbiamo ricevuto grazia e apostolato perché si ottenga l'ubbidienza della fede fra tutti gli stranieri, per il suo nome fra i quali siete anche voi, chiamati da Gesú Cristo a quanti sono in Roma, amati da Dio, chiamati a essere santi, grazia a voi e pace da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesú Cristo. Prima di tutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesú Cristo riguardo a tutti voi, perché la vostra fede è divulgata in tutto il mondo. Dio, che servo nel mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che faccio continuamente menzione di voi chiedendo sempre nelle mie preghiere che in qualche modo finalmente, per volontà di Dio, io riesca a venire da voi. Infatti desidero vivamente vedervi per comunicarvi qualche carisma affinché siate fortificati; o meglio, perché quando sarò tra di voi ci confortiamo a vicenda mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io. Non voglio che ignoriate, fratelli, che molte volte mi sono proposto di recarmi da voi (ma finora ne sono stato impedito) per avere qualche frutto anche tra di voi, come fra le altre nazioni. Io sono debitore verso i Greci come verso i barbari, verso i sapienti come verso gli ignoranti; cosí, per quanto dipende da me, sono pronto ad annunziare il vangelo anche a voi che siete a Roma. Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco; poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, com'è scritto: "Il giusto per fede vivrà". L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia; poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Dio manifestato loro; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Dio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si son dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d'intelligenza si è ottenebrato. Benché si dichiarino sapienti, son diventati stolti, e hanno mutato la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Per questo Dio li ha abbandonati all'impurità, secondo i desideri dei loro cuori, in modo da disonorare fra di loro i loro corpi; essi, che hanno mutato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Amen. Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento. Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balía della loro mente perversa sí che facessero ciò che è sconveniente; ricolmi di ogni ingiustizia, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, di frode, di malignità; calunniatori, maldicenti, abominevoli a Dio, insolenti, superbi, vanagloriosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori insensati, sleali, senza affetti naturali, spietati. Essi, pur conoscendo che secondo i decreti di Dio quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non soltanto le fanno, ma anche approvano chi le commette.
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