25 giugno 2019


Giudici 8:30,31

Gedeone ebbe settanta figli, che gli nacquero dalle sue molte mogli. La sua concubina, che stava a Sichem, gli partorí anche lei un figlio, al quale pose nome Abimelec.

Gedeone è uno dei personaggi più interessanti dell’intero libro dei Giudici. Ma ciò che è più importante per noi è che lui fu un uomo di fede, un esempio da seguire. Dopo la grande vittoria sui Madianiti gli uomini di Israele volevano farlo loro re. Chi di noi avrebbe resistito a questa tentazione? Per Gedeone era fuori questione: Dio Stesso era Re sopra Israele e doveva restarlo. Sfortunatamente la via di Gedeone non rimase su questo alto livello. Le scritture ci raccontano che l’efod divenne un laccio per lui. Inoltre prese molte mogli, una delle quali gli partorì un figlio al quale mise il nome di Abimelec. Questo nome significa: “Mio padre è re!”. Come poteva questo accordarsi con il suo precedente rifiuto di diventare un re? Qualche traccia di orgoglio si era radicata nel suo cuore? Aveva cominciato a compiacersi della prospettiva di una dignità regale, sì da cambiare il suo punto di vista? Non abbiamo una spiegazione sicura. C’è comunque un avvertimento per noi in tutto questo. Possiamo essere capaci di nascondere il nostro orgoglio, eppure ne troviamo il riverbero nei nostri figli. Non vogliamo forse che loro siano migliori di noi? Usando la sua astuzia, il diavolo trova vari modi per suscitare il nostro innato orgoglio. Felici sono coloro la cui gloria è solo nel Signore! Dio li onora e preserva le loro anime dal perdere il proprio equilibrio.
“Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere” (Efesini 6:13)

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